Lo spazio vitale degli organismi marini si sta riducendo

di Federica Azzali.

Diverse specie marine hanno migrato perché lo spazio vitale negli ecosistemi marini si sta riducendo.

La crisi climatica influenza gli oceani, li riscalda, li acidifica, riduce la presenza di ossigeno nelle fasce superficiali e ora si è scoperto anche che ne cambia il colore. Ampie porzioni degli oceani del pianeta sono diventate più scure negli ultimi due decenni e i ricercatori temono che questa tendenza avrà un grave impatto sugli ecosistemi marini in tutto il mondo.

Un quinto degli oceani si è scurito.

Dati satellitari e modelli numerici hanno rivelato che oltre un quinto degli oceani si è scurito tra il 2003 e il 2022, riducendo lo spessore della sezione in cui vive il 90% delle specie marine, che dipendono dalla luce solare e lunare. L’effetto è evidente su 75 milioni di chilometri quadrati di acqua, equivalenti alla superficie terrestre di Europa, Africa, Cina e Nord America messe insieme. L’oscuramento ha interessato il 21% degli oceani globali nei 20 anni fino al 2022. Nel 9% della superficie questo ha portato le zone eufotiche a restringersi di 50 metri e nel 2,6% addirittura di 100 metri. Gli oceani diventano più scuri quando la luce fa più fatica a penetrare nell’acqua e questo indica che anche gli ecosistemi all’interno della superficie oceanica stanno cambiando, poiché il colore dell’oceano è un riflesso degli organismi e dei materiali presenti nelle sue acque, che risalgono con le correnti fredde.

Con il riscaldamento degli oceani calano i livelli di ossigeno e intere specie migrano verso acque più fredde (e più ossigenate) oppure verso la superficie. Uno studio sui pesci della barriera corallina condotto in California tra il 1995 e il 2009 ha scoperto che 23 specie si sono spostate in media di 8,7 metri ogni decennio verso la superficie, con il calo dei livelli di ossigeno. Nell’Atlantico nord-orientale, i tonni sono stati spinti in uno strato dell’acqua più ridotto, perdendo complessivamente il 15% del loro habitat disponibile dal 1960 al 2010.

Questi spostamenti sono all’origine di un tipico fenomeno osservato anche sulla terraferma, quello del disallineamento fenologico.

La fenologia è la sincronizzazione stagionale fra le specie. Si verifica una incongruenza fenologica quando queste intricate relazioni interspecie perdono sincronia a causa di cambiamenti ambientali, come nel caso della carenza di certe specie vegetali durante le migrazioni, che hanno causato la moria delle farfalle Monarca.

Casi marini di questo tipo sono stati segnalati in molte zone del pianeta: il più noto è il ritardo della migrazione autunnale delle sardine nel KwaZulu-Natal, dove grandi banchi di sardine emergono dalle acque più profonde e si radunano lungo la costa del Sudafrica, muovendosi verso Nord con una corrente d’acqua fredda. Una miriade di specie, dai delfini agli squali, dai pinguini agli uccelli marini, hanno sincronizzato il loro ciclo vitale con questo evento, da cui dipende la loro sopravvivenza.

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